domenica 24 aprile 2016

Programma Elezioni Comunali 2016



In questa campagna elettorale è il tema dell’anticamorra, che per la prima volta, deve diventare  centrale (o almeno tra quelli più significativi) nella discussione pubblica determinando  un vero e proprio stravolgimento nelle candidature e aprendo così scenari inediti.  Il contrasto delle infiltrazioni camorristiche nel tessuto istituzionale ed imprenditoriale del nostro comune  non può essere un capitolo del programma elettorale o uno spot,  deve essere il punto di vista attraverso cui governare, il prerequisito per l’agire pubblico e politico, il modo di leggere i processi sociali ed economici.

Noi di Sinistra Ecologia e Libertà crediamo che in questa città sia necessario avviare una discussione sul sistema criminale, su come l’economia, il sociale, il welfare siano scivolati in una crisi sempre più profonda a causa della presenza della camorra  e delle  sue collusioni con la politica e le istituzioni e dell’inconsapevolezza ed indifferenza dei tanti. Responsabilità, rinnovamento e partecipazione sono le tre parole su cui costruire il presidio contro l’ illegalità nel futuro, un movimento diffuso e popolare che metta al centro del suo impegno la difesa dei diritti e gli strumenti culturali e sociali di contrasto alla criminalità organizzata. Per questo abbiamo deciso di  mettere a disposizione le nostre idee, analisi ed energie dentro questa città, scegliendo, non senza  difficoltà, una complessa  interlocuzione con il tavolo di centro-sinistra e chiedendo un candidato sindaco garante di questi  principi. Quello che vogliamo affermare con il nostro programma,  è consono ad una sinistra che sceglie di misurarsi con il governo della sua  città  nel momento difficile della crisi che la attraversa, che mette in campo la  dignità  sociale come principio base di una democrazia paritaria e di genere,  che insiste  sulla centralità del lavoro e sulla conversione che abbia al centro la green economy, sul welfare  e la responsabilità pubblica nel contrasto  alla povertà e  alle disuguaglianze crescenti, sulla tutela dei diritti a partire da quello al reddito,  sui  beni  sottratti alla criminalità organizzata  e restituiti alla cittadinanza. Da più di 15 anni il territorio non cresce,  sacche di povertà  coinvolgono una grande percentuale delle famiglie e con un’incidenza quattro volte superiore a quella osservata nel resto del Paese.  Si registra  in questo periodo un’ulteriore  incremento del tasso di disoccupazione, in particolare per le donne ed i giovani, mentre la crisi genera una crescita dei  bisogni ed un disinvestimento sul sistema dei servizi  socio-sanitari già fortemente inadeguato. Una situazione di svantaggio nota che sta comportando un aumento ulteriore delle disuguaglianze sociali e che dovrebbe allarmare chi invece ha la responsabilità delle politiche sociali e di trovare risorse e risposte adeguate. La crisi, i processi di impoverimento, la diffusa vulnerabilità economica, la crescente complessità della domanda e dei bisogni sociali richiederebbero un rafforzamento delle politiche di welfare e di contrasto alla povertà. C’è, al contrario, una sistematica riduzione delle attenzioni, delle politiche e delle risorse dedicate a tale settore. Un disimpegno anche, e soprattutto, culturale che appesantisce il lavoro degli operatori con l’ulteriore difficoltà di «utilizzare i linguaggi dei diritti e dell'accoglienza in uno scenario culturale e sociale che non si ferma a guardare chi resta indietro e, piuttosto che accogliere, tende a marginalizzare e allontanare». Si tratta di una deriva del tutto funzionale all’idea di relegare la gestione dei poveri e del disagio alla repressione, al contenimento e all'assistenzialismo caritatevole che diventa indecente se si trasforma in politica pubblica. 

A Santa Maria Capua Vetere ci troviamo, quindi, a fare ancora una volta i conti con scelte di tagli e di riduzioni e con una gestione delle politiche sociali comunali e di ambito orientata da logiche personalistiche e  clientelari che, come da lunga tradizione,  ha elargito come favore quanto riconosciuto come diritto. Gestione tra l’altro inefficace che ha sprecato occasioni e non solo non ha saputo intercettare risorse ed opportunità con una buona attività progettuale, ma non è stata in grado di spendere le risorse già destinate al territorio da misure dedicate, perdendole. Su tutto questo noi intendiamo intervenire con una nuova amministrazione che  dia risposte concrete ai bisogni delle persone a partire dall’idea che le politiche  sociali non possono continuare ad essere marginali né possono essere considerate solo  un investimento a perdere ma, al contrario, rivestono un ruolo centrale per promuovere le condizioni di partenza della crescita di un territorio e per garantire legalità e giustizia sociale.

Il welfare e il lavoro sociale  non solo  sono possibili, necessari e sostenibili, soprattutto nei momenti di crisi, ma,  se correttamente realizzati, oltre a tutelare i diritti dei più fragili e aumentare benessere e sicurezza collettivi,  sono anche economicamente utili ed esempi di buona e razionale spesa pubblica.  In un’ottica di prevenzione all’odierno disimpegno economico, culturale  e politico sui temi del welfare occorre reagire con coraggio e rivendicando, pur in epoca di scarsità, il valore e l'indispensabilità delle politiche sociali, dei servizi territoriali, degli interventi mirati alla coesione e all'emancipazione delle persone. Occorre attaccare i luoghi comuni e le semplificazioni, gridare forte che è l’austerità che spreca. Si tratta di tornare a investire sulle politiche sociali e di cittadinanza per raggiungere obiettivi di coesione e di inclusione, di sicurezza, salute, di promozione della legalità e della  qualità della vita della comunità. Perché ciò accada è necessario che gli interventi di protezione sociale siano coniugati all’interno di strategie pubbliche che tutelino i diritti di cittadinanza, per cui le azioni, le politiche e gli interventi devono essere organicamente collegati alle politiche della cultura, del tempo libero, della mobilità dei giovani, dell’educazione, della formazione e del lavoro, della pianificazione urbanistica e devono essere integrati con le politiche socio-sanitarie e sanitarie. Ma, innanzitutto, le politiche sociali devono essere dotate di risorse significative per un rilancio concreto del welfare. Ciascuno deve fare bene la sua parte evitando che la governance verticale sia occasione di alibi reciproci. La prossima amministrazione deve essere occasione per un necessario salto di qualità, che utilizzi bene  le risorse ordinarie (FNPS, FNA), sapendole incrociare con quelle provenienti dai Fondi Strutturali. Per questo sarà indispensabile individuare  professionalità  dotando il comune e l’ufficio di piano di una dirigenza competente.

Il nostro programma non può che essere orientato a  rivalutare le politiche sociali attraverso un più forte investimento di risorse e servizi; condizioni economiche più adeguate a garantire la qualità del lavoro sociale e maggiori tutele per i lavoratori del settore; una più puntuale ed efficace programmazione per il reale sviluppo di un sistema integrato di servizi e prestazioni sociali; certezza nei tempi e nelle modalità di pagamento.

In particolare sarà indispensabile prevedere un più forte investimento per il sistema dei servizi sociali  valorizzando il significato del lavoro sociale nei processi di sviluppo; destinare urgentemente più risorse economiche alla spesa sociale, innalzando ad almeno 10 euro la spesa sociale pro-capite annua. Per una reale discontinuità con le precedenti amministrazioni sarà indispensabile pretendere  la massima trasparenza delle procedure di affidamento al terzo settore, consentendo la tracciabilità degli impegni e dei mandati di pagamento portando in tempi fisiologici i pagamenti per le attività in corso.

Il nostro programma promuove  un welfare di comunità, in cui la solidarietà, lungi dall’essere riduttivamente carità e beneficenza, è un modello efficace di convivenza fondata sull'emancipazione e l’autonomia dei soggetti coinvolti; sull'accoglienza in luoghi degni e accessibili; sulla convivenza (e non solo co-esistenza) delle differenze; su azioni di mediazione sociale e dei conflitti capaci di far sentire tutti gli attori (forti e deboli, primi e ultimi, normali e differenti) come parte integrante, reciproca  e riconosciuta di una comunità o di un gruppo (solo il riconoscimento determina fiducia, rispetto, appartenenza);

Il nostro programma promuove  un welfare della cittadinanza e della responsabilità, che si riconosce e vuole essere riconosciuto come insieme di azioni teso al benessere dell'intera comunità; che rivendica la propria trasversalità all'agire amministrativo; che rivendica il diritto alla partecipazione e alla corresponsabilità nelle diverse azioni tese al governo del territorio, soprattutto a livello locale, nell’ottica di una sussidiarietà non subalterna e funzionale alle logiche di potere gestionale dei servizi, ma espressione della ricchezza delle risorse e delle opportunità.

La scommessa è creare ricchezza economica e sociale con le risorse che nessuno vede e vuole rendere disponibili, risorse cognitive, emotive, strategiche …..innescare risorse inutilizzate, liberare energie, produrre visioni più articolate, prefigurare progettualità inedite. Investire sulla socialità per generare risorse utili per costruire e sostenere servizi di qualità ed innovativi”  F. Olivetti Manoukian.

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